Presenze (2019) ed e' un’istallazione interattiva composta da un gruppo di spaventapasseri che sono stati realizzati dai ragazzi che hanno aderito al progetto attraverso le loro sembianze in una serie di incontri che prevedevano una riflessione sull’autoritratto. Al termine di questi laboratori ho registrato con loro alcune frasi che daranno voce a questi spaventapasseri, mettendo in gioco il fruitore che solo avvicinandosi ai fantocci fara' scattare il meccanismo che mostra la loro umanita'.
Lo spaventapasseri e' un dispositivo messo nei campi per spaventare gli uccelli. Tattie bogle, tao-tao, kakashi, vogelscheuche, espantapa'jaros, scarecrow. Lingue e nomi differenti, ma identico compito: un fantoccio, una messa in scena per simulare una presenza spaventosa atta a dissuadere dall’avvicinarsi. E’ utilizzato dagli agricoltori di tutto il mondo fin dall’antichita'.
Nel Regno di Oz, che puo' essere letto come la rappresentazione simbolica di un luogo intimo dove ogni uomo rielabora le esperienze personali con se stesso, lo spaventapasseri che vorrebbe avere un cervello rappresenta la leggerezza di pensiero e d’azione, uno dei tre aspetti della personalita' con cui Dorothy deve necessariamente fare i conti per poter tornare a casa, per poter trovare le risposte alla condizione dell’essere e ai suoi limiti. In quest’opera collettiva, questa figura si fa simbolo del pregiudizio, del luogo comune che porta al timore di qualcosa ancor prima di entrarci in contatto.
passaggi | palazzo ricci | macerata | foto: luna simoncinipassaggi | palazzo ricci | macerata | foto: luna simoncini
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passaggi | palazzo ricci | macerata